Oggi ascoltiamo il lavoro dei Demonic Death Judge, direttamente dalla Finalndia. Questo è il loro secondo album, Skygods. Questo lavoro segue il fortunato debutto (The Descent) che ha consacrato la band come internazionale. Lavorano con l’etichetta Inverse Records e sono distribuiti in Italia da SELF. Loro sono 4: Jaakko Heinonen alla voce; Saku Hakuli alla chitarra; Pasi Hakuli al basso; Lauri Pikka alla batteria. Sono stati definiti la Band Rivelazione Finlandese nel 2011.
Passiamo ad analizzare l’album che si apre con la title-track. In generale i tratti distintivi sono, come tradizione doom vuole, i suoni cupi e lentissimi. La voce sporca e i riff cadenzati ma molto affilati. Non è di sicuro un album con cui fare headbanging. Certo che in canzoni così lunghe (alcune durano tra i 7 e i 10 min.) alcune sonorità lente diventano esagerate e stancano l’orecchio. Si passa così alla terza traccia che dura meno di 1 min. e mezzo, con sembianze da ballad con intonazione molto cupa e voci in sottofondo da brividi ma in pratica completamente strumentale. Un intervallo che introduce la successiva traccia che riprende le sonorità delle prime due. La quinta traccia ha invece un inizio che spinge più verso sonorità classiche del metal ma superato l’intro riprende lo stesso stile delle precedenti per poi addentrarsi una qualche sperimentazione sicuramente al di fuori del genere vista la ricerca melodica non proprio imparentata con il doom metal, ma tranquilli, dura poco questa parte. La settima traccia è invece completamente strumentale con uno stile più brioso rispetto al resto dell’album. Infine, dieci minuti di musica totalmente strumentale. Una scelta azzardata che in qualche modo riesce a creare interessanti sound fondendo diversi strumenti e utilizzando le voci di fondo. Dovendo dare un giudizio per questo lavoro, direi che si tratta sicuramente di un lavoro di ottima fattura, alle volte forse un po’ troppo ripetitivo.
Tracklist:
01. Skygods
02. Salomontaari
03. Latitude
04. Knee High
05. Aqua Hiatus
06. Cyberprick
07. Nemesis
08. Pilgrimage
[by Indie Crims]