L’U.M.A. (Underground Metal Alliance) è un’organizzazione non a scopo di lucro, che si prefissa l’obiettivo di promuovere e sostenere gruppi rock e metal della scena underground italiana con la cooperazione degli stessi. Oggi recensisco la prima compilation dell’organizzazione uscita l’11 marzo scorso in free download nel proprio sito. Le tracce che fanno parte della compilation sono state scelte tramite votazione su internet.
La prima traccia della compilation è “Lullaby For My Grave” della band gothic/industrial metal A Tear Beyond. Canzone gothic, si apre con un leggero intro di clavicembalo; si alterna con delle strofe lente e oscure con un sound vocale profondo accompagnato da vocalizzi del soprano, e con altre strofe più potenti cantate in scream. Il sound delle chitarre è distorto al punto giusto e nella parte ritmica spicca una batteria lenta ma potente. Possiamo semplicemente dire che con questa traccia, la compilation si apre alla grande.
Continuiamo con “Life” degli Aloud, band symphonic/prog metal. Con “Life” ci troviamo di fronte ad un amalgamato di symphonic e gothic, quasi tendente verso l’alternative. Inizia con un intro calmo per esplodere con potenti riff di chitarra e con la potente voce della cantante, che caratterizza tutta la canzone. La parte ritmica ci offre una base symphonic non troppo marcata; la batteria non è troppo pesante e in particolare possiamo notare il pregevole sound del basso. Passata la metà della canzone, possiamo gustare un breve solo che non rovina l’andamento della canzone evitando di essere troppo noioso.
Alla terza tappa passiamo per la one-man band di rock/metal strumentale “Apneica”, con la traccia "Our Island, Our Cross". In questa canzone ritroviamo i canoni classici del post- rock e del post –metal. Il pezzo si alterna con strofe lente cariche di enfasi e riff di chitarra elettrica; dopo l’intro e prima dell’outro troviamo due ottimi soli. Veramente notevole la bella carica enfatica dell’outro. Consiglio a tutti gli amanti e non del genere di ascoltare attentamente questa canzone.
Quarta canzone, cominciamo a trovare musica più pesante, per l’esattezza "Tenebra" della band gothic/black metal Enoch. Questa canzone è un miscuglio di black e gothic, con leggere sfumature sinfoniche offerte da varie parti di violino e con un outro che sfonda quasi sul power. Il pezzo varia da sfuriate classiche del black metal a riff più gothic, con una potente doppia cassa e un sound vocale in growl. Tra le strofe black/gothic troviamo una pausa lenta e sinfonica, orchestrate dal violino e da una chitarra arpeggiata; dopo il lungo solo possiamo ascoltare una chitarra elettrica quasi “romantica”.
Il quinto pezzo della compilation è “Time Can Answer” dei Flashback of Anger. Deliziosa canzone prog metal, “Time Can Answer” si presenta come una traccia dal songwriting ottimo: elaborata e tecnica, ricca di duetti tra chitarra e tastiera, dinamica con i continui cambi di andamento, ottimi soli di chitarra, tastiera e piano. Ho trovato molto interessante la parte ritmica, molto azzeccata, e anche il sound della tastiera che durante la canzone non ricopre un ruolo secondario. Egregia anche la prova vocale.
Siamo arrivati a metà e incontriamo la band metalcore Got No Ego con “Clouds”. Dall’intro potremmo pensare di trovarci di fronte ad una traccia molto pesante, ma questo è l’intento e l’abilità dei Got No Ego: fondere elementi più pesanti con chitarre distorte e una doppia cassa rombante, a parti più melodiche e lineari, variando anche da un cantato in scream a uno pulito. Cosa che riesce molto bene in questa “Clouds”, infatti, può anche notare i numerosi cambi di andamento durante la canzone. A primo ascolto la canzone potrebbe sembrare che pecchi di originalità, ma consiglio un attento ascolto.
Procediamo per la settima traccia della compilation, “Black Covers White” della band trash/groove metal KLL. “Black Covers White” è un pezzo thrash metal tendente verso il groove con qualche contaminazione hardcore. Una canzone d’inaudita potenza: sound vocale rabbioso, base ritmica potente e di notevole qualità di scrittura, ricchezza di groove laceranti. Un songwriting spregiudicato, marcato anche dalla scelta saggia di non inserire soli e un lavoro in studio di ottima qualità. Rischio di annoiarsi ascoltando il solito thrash? Non con i KLL!
Ottava tappa della recensione, passiamo per il metal melodico dei Nhorizon con la loro “Nightstalker”. Con “Nightstalker” ci troviamo di fronte alla variegata e originalità di scrittura di questa band, che miscela saggiamente vari stili in un solo pezzo. Abbiamo un intro gothic cupo con una tastiera che da un tocco di mistero a tutta la canzone, stralci melodici fusi alla perfezione con parti più pesanti, strofe e ritornelli di ottima qualità. Di notevole fattura l’assolo che troviamo nel mezzo della canzone dal gusto “power” diviso in due parti: la prima di chitarra e poi continuato ottimamente dalla tastiera. Da ascoltare assolutamente da tutti.
Il nono pezzo della compilation è “A Whisper In The Tempest” della band symphonic black metal Phenris. Questa traccia dei Phenris è un perfetto biglietto di visita per presentare il loro sound: cantato in scream e in growl (ci viene offerto anche un piccolo scorcio in clean), martellanti strofe black metal che si alternano con altre più melodiche, elementi che danno una forte impronta sinfonica alla struttura che talvolta tocca leggermente anche il mondo prog. La canzone si apre con la pioggia di un temporale e con un bellissimo assolo di chitarra e poi esplode nella rabbia black metal. I giri ondeggianti di piano, la regalità architettonica della batteria, il sound leggermente graffiante del basso ci offre una notevole base ritmica. Nel mezzo della canzone troviamo una breve parte strumentale melodica, poi arricchita da un altro bellissimo assolo.
Decimo traguardo del nostro tour, incontriamo i Signs Prayer con la loro “Anger”. Di difficile etichettatura, i Signs Preyer ci offrono un sound pieno zeppo di varie influenze: si sconfina dallo stoner al grunge, dall’heavy metal all’hard rock e tocca anche i confini del groove. In “Anger” troviamo questa grande abilità di fondere tanti elementi in una sola canzone. Inizia con intro arpeggiato e poi esplode in riff dal sapore groove, per poi toccare elementi stoner e più hard rock. Apprezzabile il sound vocale che varia da parti più pulite a più graffianti e arrabbiate.
Penultima canzone, troviamo “Spring Break” della band nu metal Six Days Of May. “Spring Break” si presenta come una traccia non molto veloce ma molto potente e dai riff di chitarra martellanti. Ottimo il fraseggio tra i due cantanti del gruppo e la componente ritmica che ci offre il basso; la batteria in alcuni tratti sembra quasi impercettibile ed ha lo scopo di aumentare proprio la potenza dei riff delle chitarre. Possiamo notare l’uso di sintetizzatori in alcuni tratti della canzone.
Chiudiamo questo nostro viaggio nel mondo underground con i Volumicriminali e la loro “False Scuse”. In questa canzone i poliedrici genovesi ci propongono un nu metal/harcore di grande impatto: si apre un riff potente di chitarra e un duetto dei cantanti, poi per tutta la canzone si alternano strofe pesanti e altre più leggere con belle galoppate di basso. Il tutto è condito dalla batteria che ci offre un’ottima impronta ritmica. Notevole come sempre la prova vocale dei due cantanti che come da tradizione dei “volumi” cantare in italiano.
Bè che dire questa listona di canzoni mi ha veramente colpito. La compilation dura circa un’ora ma ascoltandola sembra che passino pochi minuti. Io sono un ascoltatore molto esigente e non sono un appassionato di tanti dei generi proposti, ma sono molto felice di promuovere a pieni voti tutte le tracce. Il materiale è veramente di grande qualità, per non parlare dei musicisti. Pensate ancora che il metal non esista in Italia? Ascoltate questa compilation e cambierete idea. Ragazzi, è ora di finirla con lo scetticismo verso la nostra musica, il metal c’è ed è vivo più che mai!
Tracklist:
01. A Tear Beyond - Lullaby For My Grave
02. Aloud – Life
03. Apneica – Our Island, Our Cross
04. Enoch – Tenebra
05. Flashback of Anger – Time Can Answer
06. Got No Ego – Clouds
07. KLL – Black Covers White
08. Nhorizon – Nightstalkers
09. Phenris – A Whisper In The Tempest
10. Signs Preyer – Anger
11. Six Days Of May – Spring Break
12. VOLUMIcriminali – False Scuse
[by Gerald Bostock]