Album arrabbiatissimo per questo gruppo di Sassari. Oscuro e realistico arriva con un pugno diretto fin dalla prima track.
Concepito per trascinare senza remore nella realtà più crudele. Ci si catapulta direttamente nelle venature più profonde e marce dell'umanità. Non si usano mezzi termini nell'accusare il
degrado portato dalla vita quotidiana e, sebbene ci siano tentativi annaspanti di riemergere in superficie, prontamente si viene trascinati nuovamente nell'oscurità più profonda fatta di
attese e speranze che sembrano destinate a rimanere tali. Senza prendersi tanto in giro è un album destinato a tirar fuori tutta la rabbia repressa caricando la salivazione in gola pronta a
sputare su tutto ciò che è finzione.
Ad aprire il tutto c'è un urlo d'aiuto rivolto ad un fantomatico Cosmonauta a cui si chiede a gran voce giustizia
per tutto quello che può significare libertà d'azione. Il tutto unito a tonalità magistralmente domate che sfociano in una parvenza di dolcezza disperata.
Le pulsazioni aumentano Dove il respiro si fa intenso acquisendo coscienza di quanta falsità
imbastisca tutto ciò che ci circonda. Si respirano malinconia e rassegnazione in trame che rimpiangono riff più carichi d'odio ma, incapaci di fermarsi, si può solo proseguire in questa pergamena
di realtà scritta con lacrime e sangue e per un attimo ci si lascia trasportare dal Contact dove senza toccare terra si continua in questo viaggio verso il
buio dell'anima con labbra silenziose che mimano un nome che porterà ad una nuova luce.
La prefazione a Come danzatori delle stelle ci porta direttamente nel cuore crudo delle danze primordiali fino a
scoccarci come frecce fra i colori e gli odori d'oriente. Solo una piccola parentesi d'ossigeno perché Lost si avvinghia alla carne per portarci nuovamente
nella palude putrefatta della follia. Urla elevate al cielo da bocche troppo stanche per pregare accompagnate da ritmi altalenanti che tengono per mano in un cammino che conduce negli angoli più
bui della mente.
Le velocità aumentano cosi come gli strazi in Spinti alla dannazione ad un passo dalla consapevolezza di ciò che ci
aspetta troviamo una batteria pulsante che scandisce i secondi che ci separano al destino a cui nessuno può sfuggire.
Oltre ci culla per qualche istante con strofe tristemente attuali. Carezze che per cinque minuti ci consolano scavando nel profondo della dannazione e per qualche
istante ci si trova a sorridere consapevoli di quanta fatica si faccia ogni giorno per sopravvivere inutilmente. Fox Mulder si potrebbe dire l'autore
di Alieno nella continua negazione di riconoscersi appartenenti al genere umano dove solo l'appartenenza ad un'altra specie vivente può essere la risposta
all'estraneazione dalla terra terra.
In attesa dei miei simili è un epitaffio magistrale per un album che scaturisce emozioni da ogni cratere ed ombra.
Senza dubbio un gran lavoro che vale la pena d'ascoltare per dire ancora una volta che di grandi artisti in Italia ce ne sono ancora e sono molto incazzati.
Tracklist:
01. Cosmonauta
02. Dove il respiro si fa intenso
03. Contact
04. Come danzatori delle stelle
05. Lost
06. Spinti alla dannazione
07. Oltre
08. Alieno
09. In attesa dei miei simili
[by MaryJB]