Album d’esordio per la band pugliese Eternauti. Undici tracce registrate tutte in analogico in una qualche protesta contro i sistemi digitali. Le loro canzoni parlano di tante storie diverse. Il sound varia dall’alternative al pop rock al grunge. Difficile identificarli con un genere. Loro sono ufficialmente solo in due: Dario alla voce, testi e chitarra; Antonio alla Batteria. Supportati in questo lavoro da Giuseppe Decay Carucci e Claudio Giuseppe Fusillo. Prodotto da Retroguardie Analogiche.
Passiamo ad analizzare il disco. Come dicevo prima, i testi sono complessi e parlano di tante storie diverse ma spesso cadono nella banalità di rime scontate che poco c’entrano nel testo. Il sound è di un era diversa, sperimentale e all’avanguardia negli anni ’70 come oggi vista l’inversa progressione musicale moderna. Punto distorto è la troppa ripetizione delle frasi durante le canzoni e lo stile che nelle canzoni si ripropone spesso soprattutto la chitarra con uno stile a singhiozzi. C’è ancora tanto margine di miglioramento. Una canzone su tutti “carro armato” e il suo fuggi fuggi generazionale che può coinvolgere le coscienze di tanti di noi. Il disco ha uno schema molto regolare con poche variazioni stilistiche.
Tracklist:
01. La vita che non c’era
02. La fotografia dei Led Zeppelin
03. Ventotene
04. Senza fine (Carlo Marx)
05. Il metodo
06. Malinconica giornata
07. La formula
08. Essere meraviglioso
09. Carro armato
10. Solo tu
11. Voglio diventare come te
[by Indie Crims]