È il loro terzo lavoro. Uscito ad Aprile e prodotto da Helikonia. Loro sono un gruppo italiano dalla difficile collocazione in un unico genere musicale, gli Spiral69. Nascono dall’idea di Riccardo Sabetti. Nascono dopo un concerto dei The Cure che cambierà la vita di Riccardo che sentirà la chiamata. La chiamata dal maledetto mondo del Rock. Riccardo è la voce e synth guitar, Andrea Freda alle percussioni, Licia Missori al piano e Enzo Russo alle chitarre. Al loro primo album con l’etichetta Helikonia anch’essa italiana. L’album è stato prodotto con la collaborazione artistica di Steven Hewitt (Placebo) e Paul Corkett (The Cure, Bjork, Radiohead, Placebo). Non è semplice fare correlazioni musicali tra questa band e altre e non sono solito farle perché per me hanno tutte un sound unico da scoprire. Le influenze sono inevitabili ma in questo lavoro sentirete poche influenze reali. Imponente l’uso del synth (forse anche troppo in alcune parti) e le sonorità dark che contraddistinguono l’album. I testi richiamano i fantasmi della nostra vita che attraverso le parole si sfogano. I fantasmi sono le sensazioni e le emozioni che sono rimaste inscritte nella nostra anima. Nonostante frutto di una lunga gestazione l’album risulta ad un primo ascolto molto di getto, ovvero immediato e preciso. Si parte con la prima traccia dove i più attenti si accorgeranno di un pungente piano in sottofondo. Non so se definire un continuum questo lavoro poiché i brani sono ben isolati ma qualcosa richiama in ogni brano quelli precedenti. Sicuramente un buon lavoro da apprezzare. Una dimostrazione di musica ben fatta alla ricerca di sperimentazioni oltre la classica visione. A chiudere il disco una struggente ballad accompagnata dal piano in sottofondo e dal synth. Anche troppo lenta rispetto al ritmo sostenuto dei brani che la precedono.
Tracklist:
01. Waves
02. New Life
03. No Heart
04. Fake Love
05. Dirty
06. Please
07. Low Suicide
08. Ghosts in My Eyes
[by Indie Crims]