L'industria musicale si evolve giorno dopo giorno, e molti musicisti tendono ad incontrare numerose difficoltà, in termini di vendita. Sta diventando sempre più difficile per le band vivere il proprio mestiere con l'ascesa del download illegale. Sean Kinney, batterista degli Alice In Chains, ha spiegato in una recente intervista come anche le forme legali di streaming stiano danneggiando la musica.
Gli Alice in Chains stavano andando forte dopo l'uscita del full-lenght "The Devil Put Dinosaurs Here" (2013). L'album ha debuttato al numero 2 della Billboard 200, vendendo 61.000 copie nella prima settimana. Nonostante il successo ottenuto dal disco però, la band non sta esattamente nuotando nell'oro.
In una nuova intervista a 96,5 The Fox, Kinney ha parlato di come i servizi di streaming siano in realtà "una fot***a fregatura" per i musicisti.
"Ti ritrovi con questi 'Spotify' e 'Pandora' in cui si ottiene l'accesso a ogni singolo pezzo di musica registrata sul pianeta. Una vera figata, per il consumatore. Ma per ogni persona incide musica, è un fot***o imbroglio. Oops, ho detto una parolaccia in radio. Per ogni 10 milioni di play ad una tua canzone ricevi un assegno di 111 dollari. E' un'epoca strana quella in cui viviamo. Speri di avere un pubblico, e di poter fare un tour. Cerchi di bilanciare, o almeno di guadagnare quel pizzico in più per suonare in un tour dal vivo. Ma tutto ciò costa molto. I prezzi della benzina e degli strumenti non sono inferiori. Così come la produzione dei cd. Perciò non ho proprio idea di come affrontare tutto questo. Se dovesse arrivare un giorno in cui non potremo più permetterci di girare in tanti posti, andremo avanti ugualmente, ma accettando che non potremo più farlo".
[di Annalee Hudson]