Even More è il nuovo disco dei Monolith, gruppo rock modenese alla sua seconda comparsa sul mercato, dopo il primo EP Louder. Even More è, come si intuisce dal nome, interamente in inglese e descrive un suono decisamente grunge, anche se un po’ più “pulito”, ricordandoci forse più i Pearl Jam che i Nirvana, per capirci.
Parlando sinceramente, il primo brano del disco non è così entusiasmante, soprattutto se pensiamo al fatto che ne è il singolo: Overload pecca secondo noi di originalità, risultando troppo ripetitivo. Fortunatamente, le cose migliorano in modo sorprendente ascoltando il resto dell’album: ogni pezzo, infatti, dimostra sempre qualcosa in più e i Monolith assumono valore se li si analizza nell’interezza del loro disco (che poi è anche la cosa più importante). La scelta dell’inglese è in questo caso azzeccata dal momento che si sposa meglio dell’italiano con il tipo di musica proposta, fatta di parole strascicate ed esasperate; il cantante Andrea Marzoli, inoltre, si difende piuttosto bene con la pronuncia anglosassone. Ovviamente, ci sentiamo di evidenziare anche il fatto che creare testi originali in inglese, specie se non si è madrelingua, non sia affatto facile. Nella sua completezza, Even More è veramente un ottimo album, che riesce a farsi apprezzare in particolare sotto l'aspetto sonoro.
Eh sì, i Monolith ne hanno uno proprio, puro e piuttosto distintivo all'interno del quale riescono sempre ad inventarsi qualcosa di differente, di brano in brano; non siamo neanche in grado di segnalarvene uno in particolare visto che, a parte Overload, tutti ci hanno soddisfatto, ed ciascuno a modo suo (cosa, credeteci, affatto scontata..). Quanto ai testi, sono la dimostrazione del lavoro del gruppo: la struttura strumentale si sposa infatti alla perfezione con essi in ogni traccia, anche relativamente a quelle che sono le parole vere e proprie e alle immagini che ci portano alla mente.
Tracklist:
01. Overload
02. Bitter Show
03. Kind of Love
04. Cockroach
05. Intro
06. Untitled
07. Beatiful and Damned
08. Even More
09. Orange Moon
[by Riccardo Perfetti]