Quando uscì “Sad Wings of Destiny”nel 1976, secondo album dei Judas Priest, la band non aveva ancora raggiunto il successo commerciale che arriverà a partire 1978 con “Killing Machine”. Inoltre questo lavoro usciva nell’anno della crescita esponenziale del punk ma nonostante questo rappresenta una pietra miliare del suo genere.
Il gruppo era composto da:
- Rob Halford – voce
- K. K. Downing – chitarra
- Glenn Tipton – chitarra, piano
- Ian Hill – basso
- Alan Moore – percussioni
“Sad Wings of Destiny” sarà l’unico lavoro a vedere la partecipazione del batterista Alan Moore.
Anche se non raggiunse subito il successo commerciale questo lavoro rafforzò la posizione del gruppo nell’Heavy Metal e contribuì ad aumentare la loro popolarità e li fece uscire dall’ombra creata dai Black Sabbath sul genere in tutti gli anni ’70.
L’album inizia con Victim of Changes, uno dei pezzi più suonati live, una concept track nella quale Rob Halford da sfogo a tutta la sua potenza vocale con una incredibile varietà di toni e volumi. Lo stesso per quanto riguarda le chitarre che variano fino a raggiungere epici momenti solisti.
La traccia ha un'ampia gamma dinamica di ritmi, riff pesanti, parti melodiche da ballad ed estesi solo di chitarra.
Ispirato da "Black Dog" dei Led Zeppelin, i riff si alternano con passaggi a cappella, e la chiusura di Halford che canta in falsetto durante la drammatica discesa finale.
Segue The Ripper, altra punta di diamante dei live della band che rispetto alla precedente è concisa, potente e condita da riff ad alta potenza.
Due le tracce lente “Dreamer Deceiver” e “Epitaph” dove si possono apprezzare piano e chitarre pulite che accompagnano Halford in sperimentazioni vocali. In particolare “Epitaph” è una ballata in stile Queen.
C’è spazio anche per lo speed metal in questo lavoro con “Deceiver”: una canzone pesante con un riff veloce e tecnico, presagio di ciò che sarà lo speed metal, presenta assoli energetici e pesante, voce acuta e culmine in una chiusura acustica.
I testi di questo lavoro spaziano da serial killer ("The Ripper") a dittatori assassini ("Tyrant") e atrocità militari che di gran lunga hanno superato la "War Pigs" ("Genocide").
È sicuramente uno degli album più importanti per l’Heavy Metal, visto anche l’anno in cui è uscito ed assieme a Rising dei Rainbow è una colonna portante del genere ma al suo interno confluiscono diversi stili: dal puro heavy metal alle ballad, fino al progressive.Un segno della sua influenza si vide nei Van Halen che includevano "Victim of Changes" nei loro set live prima di raggiungere la fama. Dave Mustaine dei Megadeth riferisce che il cognato gli diede un pugno in faccia per aver ascoltato Sad Wings Of Destiny: per Mustaine questo fu un punto di svolta, scelse l’heavy metal come carriera per "vendetta".
Un lavoro che negli anni a venire sarà di grande ispirazione per band come Iron Maiden, Slayer e Metallica.
Ispiratore.
Tracklist:
01. Victim Of Changes
02. The Ripper
03. Dreamer Deceiver
04. Deceiver
05. Prelude
06. Tyrant
07. Genocide
08. Epitaph
09. Island of Domination
[by Indie Crims]