Iron Maiden è l’album omonimo del 1980. Rappresenta il punto di svolta, l’evoluzione dell’Heavy Metal. Se gli anni ’70 erano stati dominati dai Black Sabbath, Deep Purple e Led Zeppelin, gli anni ’80 vedono la nascita di numerose band che rivoluzionano il genere, dandogli nuova linfa.
Gli Iron Maiden con questo primo album riscrivono le regole del gioco: sostanzialmente il ritmo si fa più veloce e più complesso. Rimangono i riff di chitarra, scompaiono le sperimentazioni che erano frutto dell’influenza del rock progressivo e il sound diventa più complesso: più chitarre, i set di batteria diventano più complessi.
8 brani, 38 minuti da ascoltare tutti d’un fiato. La prima traccia "Prowler" immerge l’ascoltatore in una potente e velocissima traccia condita da assoli fulminei, riff ripetuti e un sound duro. A seguire “Remember Tomorrow” che alterna parti di chitarra pulita ad un ritornello distorto e dal sound asciutto: inizia lenta ma si evolve in velocità.
Paul Di'Anno in questo lavoro da pieno spazio alle sue abilità vocali.
L’album contiene alcune tracce celebri come “Running Free”, “Phantom of the Opera” e “Iron Maiden”, capisaldi durante le esibizioni live.
Le percussioni tornano ad avere un ruolo centrale nelle tracce ("Running Free") non solo a livello di ritmo ma come parte integrante della traccia, con tanto di assoli. I riff sono quasi monocorda, lasciando da parte un po’ di corposità per dare spazio alla velocità e rimangono le parti strumentali nelle tracce fino ad arrivare ad intere tracce strumentali (Transylvania).
“Phantom of The Opera”, traccia centrale, dedicata al celebre “Fantasma dell’Opera” che tanti artisti ha illuminato è la perfetta testimone di questa evoluzione: un riff veloce, un ritmo veloce, parti strumentali intense ed assoli taglienti. Una lunghissima parte strumentale si ha nel mezzo della traccia per chiudere con l’ultimo minuto che torna sul livello dell’inizio traccia: rapido ed asciutto.
L’album che ci regala anche una “ballad” ("Stranger World") si chiude con "Iron Maiden", una traccia che chiude come il tutto era iniziato: velocità, ritmo sostenuto e sound complesso.
Questo fu l’unico album della band prodotto da Will Malone e l’unico con il chitarrista Dennis Stratton.
Gli Iron Maiden raggiungeranno la maturità con i lavori successivi “Killers” e “Number of the Beast” che li consacrerà ufficialmente come paladini del Metal ma questo primo album omonimo, oltre che essere un grande album di debutto rappresenta una vera e propria rivoluzione nel genere.
Rivoluzionario.
Tracklist:
01. Prowler
02. Rember Tomorrow
03. Running Free
04. Phantom of the Opera
05. Transylvania
06. Stranger World
07. Charlote The Harolt
08. Iron Maiden
[by Indie Crims]